“Nella lotta alla mafia non mi piacciono le passerelle, e diffido dagli slogan. Piuttosto, ci vogliono gesti concreti. Li aspettiamo ancora”. Lo afferma, in un’intervista a Repubblica, Fiammetta Borsellino, figlia del giudice Paolo che sabato 19 gennaio, avrebbe compiuto 79 anni. “Qualsiasi impegno nei confronti della lotta alla criminalità organizzata – spiega Borsellino – può essere efficace solo se svolto con la massima sobrietà. Nei gesti e nelle parole. Lo dico perché i problemi sono più complessi. E io oggi sento solo un grande silenzio dopo gli impegni presi dalle istituzioni competenti, nell’anniversario della morte di mio padre. Impegni che non sono promesse, ma atti dovuti”.
Segreti di Stato
“Se davvero si vuole lottare contro la mafia e fare luce sulle stragi che hanno insanguinato il nostro Paese – è la richiesta della figlia del giudice – il ministro dell’Interno dovrebbe aprire al più presto l’archivio del Viminale, perché erano poliziotti quelli che crearono ad arte il falso pentito Scarantino: in tre sono imputati a Caltanissetta. E il presidente del Consiglio dovrebbe invece aprire in maniera definitiva l’archivio del Sisde”.