Il pentito, la “dama nera” e il delitto su commissione. Nell’inverno dello scorso anno c’era un “contratto” da 70.000 euro da chiudere velocemente e senza fare troppo rumore. Un “lavoro” importante e delicato da assegnare a un sicario affidabile, abituato all’uso delle armi e alla puzza di polvere da sparo.
Serviva un “mercenario” capace di far fuori senza strepiti eccessivi una vittima “facile” come Jan Kuciak. Il giornalista del sito slovacco “Aktuality” e la fidanzata, Martina Kušnírova, pure lei 27enne, vivevano insieme in un appartamento a Velka Maca, una località dell’ovest della Slovacchia, poco lontana dalla capitale Bratislava.
I due fidanzati non prendevano particolari precauzioni e non giravano armati. Eppure Kuciak stava indagando da mesi sui grandi affari messi in piedi in Slovacchia grazie ai contributi europei. E seguendo i flussi di denaro, l’intestazione di piccole e grandi aziende, il cronista era arrivato a scoprire persino i rapporti economici esistenti tra esponenti politici del suo Paese e imprenditori provenienti dal sud dell’Italia, precisamente dalla Calabria, cioè dalla regione nella quale ha la sua direzione strategica una delle mafie più potenti del mondo: la ‘ndrangheta.
Jan, però, aveva messo il naso in troppe cose, soprattutto in fatti e misfatti che riguardavano potentissimi imprenditori della sua terra e altrettanto potenti personaggi delle Istituzioni. Alla fine non è stata la ‘ndrangheta a farlo fuori il 21 febbraio del 2018, ma un gruppo di suoi connazionali. È quanto sta emergendo ormai con sempre maggiore chiarezza dalle indagini condotte dalla magistratura inquirente slovacca
A sparare alla coppia di fidanzati – come riporta la Gazzetta del Sud oggi in edicola – sarebbe stato, su commissione, un ex poliziotto, Tomas Szabo, 44 anni, che, lasciata la divisa, ha fatto prima la guardia del corpo e poi il rivenditore di integratori alimentari per i body builders.
Szabo è stato arrestato alla fine dello scorso settembre, insieme ad un ex militare, Miroslav Marcek, che gli avrebbe fatto da accompagnatore e autista. Con loro, è finita in manette anche la donna, una sorta di “dama nera” di questa storia, da cui avrebbero ricevuto l’incarico di assassinare Kuciak: Alena Zsuzsova, una interprete di italiano che lavorava per l’imprenditore slovacco Marian Kocner, di cui il giornalista aveva più volte scritto nelle sue inchieste. Le porte del carcere si sono aperte anche per l’imprenditore Zoltan Andrusko che avrebbe fatto da intermediario tra la donna e i due killer.