Ai domiciliari
1. ABBRUZZESE Celestino alias “Ciccio u zingaro” o “asso di bastoni” (1947);
2. ABBRUZZESE Cosimo alias “Cocò” (1991);
3. ABBRUZZESE Luigi alias “Willy” (1985);
4. ABBRUZZESE Ivan (1984);
5. ARLEO Gianfranco (1974);
6. BELMONTE Maurizio (1968);
7. BEVILACQUA Stefano (1985);
8. BOGUSLAWSKI Jacek (1985);
9. CAIRO Katia (1986);
10. CARUSO Pasquale alias “u pacc” (1965);
11. CERCHIARA Mario (1957);
12. CAMPANA Maria Stella (1963);
13. COSENTINO Claudio (1965);
14. FALBO Giuseppe detto Pinuccio (1967);
15. FORASTEFANO Alessandro (1991);
16. GENISI Antonio (1967);
17. GENISI Elvira (1995);
18. GIANNICOLA Tiziana Antonietta (1969);
19. MARTUCCI Massimiliano (1978);
20. MASTROTA Carmine (1986);
21. MASTROTA Lucia (1956);
22. RUSSO Giancarlo Quintino Pio (1954);
23. SELVAGGI Lorenzo Pietro (1975);
24. STAMATO Emmanuel (1995).
Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria
1. ABBRUZZESE Francesca (1975);
2. DONADIO Raffaele (1969);
3. FALBO Domenico (1978);
4. FERRARA Emilio (1976);
5. GUIDI Marco (1989).
Tutti gli altri indagati
ABBRUZZESE Mara (1975);
BARONE Ivan (1977);
BENEDETTO Gennaro (1965);
FIMOGNARI Carmelo Domenico (1981);
GRANITI Francesco alias “nips” (1993);
LAURIA Giuseppe Salvatore (1988);
LIONE Domenico (1968);
LO NIGRO Francesco (1969);
MACARIO Albino (1967);
RUSSO Mario (1993);
SAGGESE Carmine (1984);
SCORZA Maurizio alias “u cacaglio” (1965);
SIRIMARCO Giuseppe (1995);
VARCA Mario Olimpio (1960).
I capi delle conserterie
I capi delle due consorterie alleate nella gestione degli affari illeciti vengono indicati in Pasquale Forastefano e in Luigi Abbruzzese, figlio dell’ergastolano Franco Abbruzzese detto “dentuzzo”, c’è pure Nicola Abbruzzese detto “semiasse”, fratello del boss recluso. Luigi è stato arrestato dalla polizia dopo una lunga latitanza a Cassano nell’agosto del 2018 e con la sua uscita di scena la reggenza della cosca Abbruzzese sarebbe stata assunta dallo zio Nicola. I clan Forastefano e Abbruzzese espanderebbero secondo la Dda di Catanzaro la loro influenza criminale da Cassano e Sibari sino a Francavilla Marittima, Trebisacce, Villapiana, Spezzano Albanese e Castrovillari.
Tra gli arrestati figurano il boss rendese Michele Di Puppo; il capobastone cassanese e leader criminale dell’omonima famiglia Pasquale Forastefano; Francesco Faillace, arrestato già in Spagna nelle scorse settimane nell’ambito dell’operazione antidroga della Dda di Catanzaro “Gentleman 2” ; i cosentini Gennaro Presta e Gianluca Maestri. E ancora il capo storico della criminalità nomade cassanese, Celestino Abbruzzese, detto “asso di bastoni”, posto ai domiciliari in considerazione dell’età; due donne: Rosaria Abbruzzese e Erminia Cerchiara, quest’ultima compagna dell’ex latitante Luigi Abbruzzese, catturato a Cassano nell’agosto 2018, figlio dell’ergastolano. In manette pure il genero del padrino detenuto, Stefano Bevilacqua. Azzerati i vertici della famiglia Abbruzzese, fino ai primi anni duemila impegnata in una cruenta faida con i Forastefano e poi, dopo la pace siglata con i rivali, “soci” degli antichi nemici nella gestione degli affari illeciti nella vasta e ricca area sibarita. Obbligo di firma per Marco Guidi, 34 enne consigliere di maggioranza di Cassano.
Maurizio Scorza negli atti dell’inchiesta
Negli atti d’inchiesta compare pure Maurizio Scorza, indicato come autore di una estorsione compiuta su mandato degli Abbruzese e dei Forastefano in danno di un imprenditore agricolo sibarita. Scorza è stato barbaramente assassinato, insieme alla compagna magrebina, Hanene Hendli, nelle campagne di Castrovillari lo scorso anno.
Decine le perquisizioni eseguite dai militari dell’Arma del comando provinciale di Cosenza, coordinati dal colonnello Agatino Saverio Spoto e dai poliziotti della Questura bruzia diretti dal questore Michele Maria Spina. Impegnati nelle investigazioni e nella esecuzione dei provvedimenti restrittivi i carabinieri del Reparto operativo provinciale di Cosenza e della compagnia di Cassano e del Reparto Territoriale di Corigliano Rossano, diretti dal tenente colonnello Dario Pini e i poliziotti delle squadre mobili di Cosenza e Catanzaro e del Servizio Centrale Operativo, guidati dal primo dirigente Fabio Catalano e dal vicequestore Gabriele Presti.
Mario Varca, presidente del Cassano Calcio, si difende
“Prima di leggerle direttamente dalla stampa ho appreso da conoscenti che mi chiedevano cosa fosse successo che il mio nome è inserito in elenco di persone destinatarie di una indagine della Procura distrettuale di Catanzaro per la quale sono state eseguite, questa notte, delle ordinanze restrittive della libertà personale ed altre misure cautelari per associazione di stampo mafioso e estorsioni, mentre da altri organi di informazioni apprendo altresì che sarei destinatario di un avviso di garanzia. Nello stigmatizzare tale comportamento da parte degli organi di informazioni che non esitano a sbattere in prima pagina persone che con immane sacrificio quotidiano cercano di migliorare la terra in cui vivono e lavorano e nello stigmatizzare il comportamento di coloro che le mettono nelle loro mani, senza alcun distinguo di posizioni, tengo a precisare che fino a questo momento non mi è stato notificato nulla né un avviso di garanzia, né, tanto meno, alcuna misura restrittiva della libertà personale; ciò nonostante il mio nome, la mia fotografia sono stati pubblicati su importanti quotidiani regionali on line (per il momento ma è da immaginare che la stessa cosà si verificherà nelle edizioni cartacee di domani e dei prossimi giorni), e su altri siti di informazione, con conseguente irrimediabile pregiudizio per la mia reputazione e per il mio onore a causa del clamore mediatico che tali notizie hanno comportato anche per il fatto che sono il Presidente del Cassano Calcio e per l’accostamento del mio nome alle attività economiche che portano il mio nome. Per il ruolo che svolgo di Presidente del Cassano Calcio e per il buon nome delle attività che vengono portate avanti con estremo sacrificio dai miei familiari difenderò il mio buon nome in tutte le opportune e appropriate sedi dalle asserite accuse mosse nei miei confronti quando ne sarò messo a conoscenza da parte degli organi inquirenti. Accuse che, sempre dalla stampa, apprendo non trattarsi di associazioni mafiose e/o estorsioni ma di una violenza privata che avrei commesso in danno di un ex dipendente con il quale avrei avuto una discussione. Accuse che sin d’ora posso affermare essere totalmente infondate come sarà acclarato in un eventuale regolare processo innanzi alla Magistratura Giudicante”. E’ quanto scrive in una nota il presidente del Cassano Calcio, Mario Olimpio Varca
Nella foto Luigi Abbruzzese, Pasquale Forastefano e Nicola Abbruzzese