Cosenza, morto nel carcere di Parma il 69enne Ettore Lanzino: è stato il capo riconosciuto della ‘ndrangheta del capoluogo

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di Arcangelo Badolati
“Ettaruzzu”: così veniva chiamato  negli ambienti della ‘ndrangherta cosentina Ettore Lanzino, 69 anni, morto nel carcere di Parma dove era detenuto dal 2012 in regime di 41 bis. Lanzino ha legato la sua figura alla storia delle cosche bruzie per esserne stato il capo riconosciuto sino all’arresto avvenuto nel 2012 in un appartamento di Rende. Condannato all’ergastolo con sentenza definitiva per gli omicidi di Francescfo Bruni, Vittorio Marchio e Marcello Calvano e a trent’anni per la uccisione di Enzo Pelazza, Lanzino era cresciuto all’ombra del potente capobastone Franco Pino, divenuto poi collaboratore di giustizia nel 1995. Nell’ultima maxioperazione della Dda di Catanzaro denominata “Reset” ancora una volta il padrino, nonostante fosse detenuto da anni, era indicato come uno dei maggiorenti delle cosche cosentine e come punto di riferimento delle nuove generazioni di picciotti.

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