Un processo “imbarazzante”. Con due imputati che svolgono attività politico-istituzionale: Orlandino Greco, eletto a furor di popolo sindaco di Castrolibero nelle scorse settimane e Aldo Figliuzzi candidato a sostegno di Greco come consigliere comunale. Entrambi figurano imputati davanti al Tribunale bruzio con l’accusa di voto di scambio elettorale politico mafioso. A giudizio sono finiti per effetto di una inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro partita negli anni scorsi sulla base delle dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia Roberto Violetta Calabrese, Adolfo Foggetti, Edytha Kopaczinska e Ernesto Foggetti.
L’inchiesta è stata istruita dall’attuale procuratore di Santa Maria Capua Vetere, Pierpaolo Bruni, che ha pure seguito fino alla precedente udienza tutta la fase dibattimentale. Ieri, invece, è stato sostituito in tribunale da un collega inviato da Catanzaro che seguirà il resto del processo.
In dibattimento è comparso Ernesto Foggetti, teste di accusa che ha riferito del presunto pagamento di somme di denaro ottenute per sostenere elettoralmente gli imputati in relazione alle Amministrative di Castrolibero del 2008. Il pentito, è stato interrogato dal requirente e dal collegio difensivo composto dagli avvocati Franco Sammarco, Enzo Belvedere e Paolo Sammarco (per Greco) e Pasquale Naccarato (per Figliuzzi).
Il collaboratore di giustizia, messo più volte in difficoltà dalla difesa, ha detto di aver fatto parte del clan guidato da Michele Bruni nel quale esercitava un ruolo importante, con la quiescenza del boss, sebbene non fosse ritualmente affiliato . La sua mancata affiliazione sarebbe stata legata al fatto che egli non fosse aduso a fatti di sangue. Foggetti ha riferito di una dazione di denaro di 20.000 euro ottenuta da tale “Franco” che viaggiava a bordo di un’ Alfa 166 riconducibile a Orlandino Greco, indicando pure come oggetto dell’ipotizzato scambio elettorale-mafioso la costituzione di una cooperativa. Tutte circostanze che la difesa ha contestato facendo notare come l’odierno sindaco di Castrolibero avesse un’altra vettura (un’Audi A 6) e sottolinenando come la ipotizzata «cooperativa» fosse stata già costituita nel 2005, quindi tre anni prima dell’accordo contestato dalla pubblica accusa.