di Arcangelo Badolati
Quattro processi di merito e tre in Cassazione. L’ultima pagina dibattimentale riguardante l’assassinio di Giuseppe Romeo s’è consumata davanti alla Corte di assise di appello di Catanzaro. Il sostituto procuratore generale, Luigi Maffia , ha chiesto il carcere a vita per il boss della criminalità nomade di Cassano, Franco Abbruzzese , detto “dentuzzo”. Il magistrato, con un’articolata requisitoria, ha ricostruito il contesto in cui il delitto venne ordinato. Abbruzzese intendeva assumere il controllo della Sibaritide e dispose la eliminazione di una serie di persone. È per questo che il pg Maffia l’ha indicato come il promotore, organizzatore e mandante del crimine. Contro l’imputato, che sta già scontando una condanna definitiva alla massima pena prevista dal nostro ordinamento, le dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia e, tra questi, di Nicola Acri. Il padrino pentito di Rossano – inteso come “occhi di ghiaccio” – è stato complice e alleato di Abbruzzzese in quella stagione di sangue. A eseguire l’agguato fu un killer di Castrovillari, Cosimo Alfonso Scaglione , poi fuggito in Romania dove è morto due anni fa. Il sicario giunse sul posto in sella a una moto guidata da Pasquale Perciaccante, poi divenuto collabotatore di giustizia.